aprile 04, 2016

Recensione - L'assassinio di Roger Ackroyd di Agatha Christie

TITOLO: L'assassinio di Roger Ackroyd
AUTORE: Agatha Christie
CASA EDITRICE: Oscar Mondadori
PREZZO: 9,00 euro

ANNO: 2013
TRAMA: King's Abbot è un tipico paesino della campagna inglese dove non succede mai nulla di speciale. Un giorno però qualcosa accade: l'uomo più ricco del paese, Roger Ackroyd, viene inspiegabilmente assassinato proprio quando stava per leggere una lettera che avrebbe fatto luce su un misterioso suicidio. Non tutti però hanno da dolersi della morte dell'uomo, almeno così sembra credere un buffo straniero trasferitosi da poco nel villaggio per coltivare zucche. L'uomo, che non è altri che l'ineguagliabile Poirot, riesce a scoprire che la realtà è ben diversa da quella che appariva e che tutti, anche le persone insospettabili, hanno qualcosa da nascondere.
                                  

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Ieri sera ho finalmente finito L'assassinio di Roger Ackroyd di Agatha Christie. 
È stata stranamente una lettura davvero molto lunga e lenta. Non fraintendetemi, non l’ho trovata affatto noiosa o altro. Anzi, è un piccolo capolavoro! Uno dei migliori libri di Poirot letti fino a questo momento. 
Se non avessi, infatti, visto qualche settimana fa proprio questa puntata della serie tv non avrei mai scoperto da sola l'identità dell'assassino ... anche se, in questo caso, mi sono rovinata la sorpresa. 
Mi chiedo come cavolo funzionano le "celluline grigie" di Poirot!? Come fa a risolvere tutti i casi basandosi su dettagli così “insignificanti"!? 

La storia è ambientata in un piccolo paesino inglese - King’s Abbot - dove il nostro Poirot, ormai pensionato, vive in incognito. Niente più indagini quindi per il celeberrimo investigatore che ora preferisce coltivare le zucche. 

La pace del paesino e dello stesso Poirot viene, però, sconvolta da tre eventi: il decesso del marito della signora Ferrars,  il suicidio di quest'ultima e infine l'assassinio di Roger Ackroyd. 
Ed è proprio la morte dell'uomo più ricco di King's Abbot ad attirare l'attenzione di Hercule Poirot.

Ad accompagnarci passo dopo passo in questo caso non sarà più Hastings, partito per il Sud America (se non sbaglio per l'Argentina) e la cui mancanza si sente, ma il dottor Sheppard. 
L'opera non è altro, infatti, che il resoconto del dottore. Pagine dettagliate che ci mostrano una piccola comunità dove il pettegolezzo è la base di ogni rapporto. Dove tutti sanno tutto degli altri. Dove nessuno è sincero. Ma, cosa più importante, in mezzo a loro si cela un improbabile assassino. 

Tutti i personaggi si ritrovano a nascondere qualcosa: bugie, crimini, ricatti. Ognuno di loro, però, alla fine confesserà ... tutti a parte uno, ovviamente! ... e, queste piccole scoperte porteranno Poirot dritto al vero assassino. 
«Non me ne dimenticherò! È tempo che torni in Africa. Non sono tagliato per questo genere di vita; sono rozzo io, in società non valgo niente, e dimentico sempre quel che bisogna dire. Sì, è tempo che me ne vada. »
«Ma non partirà subito! » esclamò Flora. «Non certo finché questo guaio non sarà finito. No, per piacere, se se ne va anche lei…»
«Vuole che rimanga?» la interruppe il maggiore.
«Noi tutti…»
«Ma no, volevo dire lei personalmente» disse Blunt con franchezza.
«Io desidero che resti» rispose Flora, «se … se ciò può avere qualche importanza per le sue decisioni.»
«Ha la massima importanza per me.»
Come potete notate da questa piccola citazione è il maggiore Blunt ad avermi letteralmente conquistata (oltre ad aver reso l'assenza di Hastings un po' meno pesante). 
Non mi sarei mai aspettata di trovare così tanto romanticismo all'interno di un giallo! 

L'assassinio di Roger Ackroyd è un libro che vi consiglio assolutamente di leggere. Io ho già pronto il volume seguente: Poirot e i quattro. Non vedo l'ora! 

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